Il Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane (Conagai) accoglie con sconcerto il nuovo atto di accusa dell’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche (Aigae). La querelle, in cui ancora una volta siamo chiamati a intervenire per dovere di chiarezza nei confronti del largo pubblico, che è utenza finale dell’accompagnamento in montagna, nonché nei confronti dei nostri stessi iscritti che il Collegio rappresenta, sta assumendo sempre più i connotati di “un litigio da bar”.
Convinti che questo modo di procedere, offensivo e calunnioso, non sia appropriato e rispettoso di tutti i professionisti chiamati in causa, non entriamo nel merito di temi trattati a mezzo stampa solo pochi mesi fa e ancora una volta totalmente travisati nella verità dei fatti. Alle illazioni e alle provocazioni lasciamo rispondere le sentenze dei tribunali, le ultime anche recentissime, datate 2016.
Le Guide Alpine Italiane sono molto serene, non solo perché certe di aver sempre avuto un comportamento corretto nel tavolo di lavoro aperto con Aigae, ma anche perché forti di una legge, chiara e inequivocabile.
La legge 6/89, che regola la professione, dice che l’escursionismo in montagna è riservato alle Guide Alpine e agli Accompagnatori di Media Montagna. Un’esclusiva, a fronte di un impegnativo e faticoso iter formativo, che ha come scopo la garanzia di standard qualitativi stabiliti a livello internazionale e la sicurezza pubblica nell’ambito di un’attività in cui esistono rischi oggettivi, e non un retaggio di corporativismi medievali come si vuole far credere.
Convinti della necessità di un emendamento del testo di legge del 1989, da anni il Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane è impegnato per un suo ammodernamento, che riguarda non solo l’escursionismo, e che è ora in discussione in parlamento. Ciò nonostante e comunque si valuti la legge, finché esiste essa rimane tale, e quindi non un suggerimento, ma un insieme di disposizioni da rispettare, anche per evitare di commettere il reato di esercizio abusivo di una professione protetta.
Il Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane, oltre a garantire che i propri professionisti offrano standard qualitativi stabiliti a livello internazionale, a tutela dell’utente e in qualità di ente pubblico, è chiamato dalla legge a denunciare chi esercita abusivamente la professione. Tale compito è già esercitato con attenzione e scrupolo, e per il futuro il Conagai sarà ancora più sollecito nel perseguirlo.
Resta infine valido quanto scritto nell’accordo tra Conagai – Aigae, siglato il 22 settembre 2015 e ratificato tramite lettera di intenti, che stabilisce inequivocabilmente che le Guide Aigae che volessero operare in montagna debbano rientrare nel Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane, ovvero uniformarsi agli standard della figura professionale degli Accompagnatori di Media Montagna, tramite apposite modalità di verifica delle competenze. Saranno favoriti in tutti i modi i processi di confluenza all’interno di Conagai al fine non solo di preservare la continuazione del lavoro delle Guide Ambientali, ma anzi di poterlo esercitare nel rispetto delle leggi attuali.